Lo studio delle fonti scritte altomedievali: l’Archivio Storico Diocesano di Lucca

(Fig.1)L’Archivio Storico Diocesano di Lucca

Per studiare le fonti scritte altomedievali riguardanti le aree indagate dal progetto nEU-Med è necessario recarsi in uno dei più ricchi e preziosi bacini documentari al mondo: l’Archivio Storico Diocesano di Lucca (Fig.1), inserito dal 2011 nel Registro Internazionale Memoria del Mondo dell’Unesco.

L’Archivio non ha conosciuto grandi danneggiamenti o trasferimenti: ha avuto sempre sede nel palazzo episcopale lucchese. Esso conserva all’incirca 1800 documenti per il periodo anteriore al Mille e pressoché la metà delle pergamene conservate al mondo per il periodo longobardo, quasi tutte in originale.

Numerosissime sono le testimonianze riferibili alla Maremma. Nell’alto medioevo Lucca era sede di un duca/marchese a capo di un organismo politico di scala regionale. I principali soggetti politici lucchesi (anzitutto il duca/marchese, poi il vescovo e gli aristocratici che componevano la clientela ducale) possedevano grandi complessi fondiari sulla costa e nell’entroterra maremmano.

È stata condotta una schedatura a tappeto della documentazione lucchese altomedievale fino alla fine del secolo XI, osservando in originale più di 2500 pergamene (Fig.2). Esse conservano transazioni fondiarie, concessioni di beni e rendite, accordi politici, soprattutto fra il vescovo e altri soggetti.

(Fig.2) Lo studio delle pergamene lucchesi

Lo studio di queste testimonianze consente di ricostruire la geografia politica ed economica, la struttura fondiaria di Val di Cornia e Val di Pecora. I dati raccolti possono essere proficuamente confrontati con quelli forniti dalle altre ricerche condotte all’interno del progetto, nel comune sforzo di ricostruire modalità e tempistica della crescita economica occidentale in un’area campione